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domenica 21 agosto 2011

rosario, vangelo senza eresia

Credo che uno dei problemi esistenziali più difficili in ogni epoca della storia del cristianesimo sia quello di rapportarsi correttamente con Dio, con sè stessi, con il prossimo e quindi con la società, intesa in senso largo, comprendente anche l'istituzione Chiesa. Questa triplice esigenza è plasticamente espresso nella kabbala dove le 3 lettere architetturali che riassumono tutto l'alfabeto ebraico, lo iod, il vav ed il dalet, già nella loro conformazione grafica ben esprimono i poli di questa relazione, sè stessi, Dio ed il prossimo. Ora secondo me, primieramente per un laico, ma secondo me anche per uno del clero, non c'è meglio di relazionarsi in questa triade e quindi raggiungere la posizione e l'equilibrio giusto che attraverso il rosario. Il rosario, infatti, come ripetute a più voci la Chiesa è compendio del Vangelo. Esso ne è una sintesi che ne coglie gli aspetti fondamentali e come tale:
1) orienta e soddisfa in modo sufficiente le esigenze di progresso spirituale del fedele
2) lascia gli aspetti di orpello culturale della conoscenza del messaggio evangelico ai sacerdoti, i quali, unici, sono nella via di perfezione ed i quali unicamente sono deputati senza colpa ad approfondire gli aspetti più spirituali e ultraterreni del messaggio evangelico stesso, nella consapevolezza che la perfezione è una grazia di stato, principalmente, e dal momento che la vita contemplativa deve ridondare sul quotidiano e la vita pratica, è inutile andare a cercare quegli aspetti del messaggio di Gesù che suppongono una perfetta castità, la liberazione dagli impegni terreni e cose di questo genere, esigenze che d'altronde sono contenute in modo più o meno esplicito in molti passi del Vangelo stesso. Insistere su una perfezione che prescinde dalla grazia di stato in cui ognuno si trova potrebbe portare paradossalmente ad essere invasati dalla divinità nel suo aspetto demoniaco, perchè la felicità e la gioia suscitate dalla lettura evangelica sono poi sistematicamente frustrate dalla vita e dagli impegni  e dalle situazioni concrete che ciascuno è chiamato a vivere. E d'altra parte, se vogliamo davvero applicare il Vangelo in modo radicale nella società ci troveremo inesorabilmente contro il muro che i sistemi sociali non sono perfettibili perchè il regno di Cristo non è di questo mondo come afferma a chiare lettere il Vangelo stesso. Ecco allora che la recita ed anche la meditazione dei passi evangelici mediante il rosario ci avvicinano alla perfezione del Cristo cum grano salis e con il conforto di quella prudentia auriga virtutum, che ci fanno avanzare molto più che se corressimo a grande velocità fuori binario. E' insomma un modo di essere evangelici, senza proteste e senza strappi, ma non meno valido e potente perchè, come ciascuno potrà appurare con l'esperienza, non mancheranno quelle persecuzioni che lette nell'ottica dello stesso Vangelo non faranno che confermarci che siamo sulla strada giusta.
Buona domenica.

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