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domenica 29 luglio 2012

Crisi, grande occasione per cercare Dio

Lasciatemi dire una cosa scontata: la crisi che stiamo attraversando è un fatto divenuto ormai ordinario nel moderno capitalismo, anche perchè già nell'800 si prevedeva una progressiva riduzione del saggio di profitto imprenditoriale, dovuto a vari fattori come l'aumento della concorrenza ed il rafforzamento del peso politico del proletariato operaio, ma diciamo che la crisi come potente ed emblematica azione di Dio, con il concorso delle cause umane, era ben conosciuta anche alla storia sacra. Geremia nel secondo capitolo del suo libro metteva, nel solco della tradizione profetica, in correlazione carestia e violazione del patto. Ma tuttavia la misericordia di Dio agisce in maniera diametralmente opposta a quelle dell'uomo che generalmente benedice spesso ipocriticamente per maledire all'interno, laddove il Creatore fa la ferita e la fascia, nel senso che stringe nella morsa sofferenza per indurre la creatura ad aprirsi ad una decisione, che Egli spera essere quella di fare finalmente della vita una opzione fondamentale per Dio. In questa ottica la crisi è un monito, severo ma paterno: è vero infatti che in una certa misura ha ragione la teoria retribuzionista antica che correla peccato a maledizione, ma ciò non significa un rifiuto definitivo di Dio, ma piuttosto, ribaltando la prospettiva, la severità di Dio  e del destino che colpisce la nazione, sono un appello accorato e quasi materno, nel senso di commozione viscerale di Dio, affinchè come in tutte le situazioni di peccato, che è poi una lontananza da Dio, l'uomo ritorni fra le braccia del suo Creatore per avere centuplicata la benedizione, in terra e soprattutto in cielo, come ben dimostra il vino nuovo di Cana, che sempre  Maria e Gesù offrono nella sovrabbondanza del loro amore misericordioso e della sovraeffusione di grazia collegata al mistero della croce, il cui valore salvifico è collegato al fatto che non si tratta di una natura solo umana che soffre, ma dell'essere teandrico uomo-Dio, capace di riconciliare in sè ogni dissidio fra la creatura ed il Creatore.

martedì 24 luglio 2012

vendere il patrimonio dello stato

Se lo stato italiano è il più ricco di europa, perchè lo stato non rivende quei beni perlopiù sotratti alla Chiesa e quindi ai poveri, per evitare il bagno di sangue della guerra civile, che finirà per lasciare sul campo di battaglia i deboli e gli indifesi in una nuova Autschwitz? L'unica ragione è che vogliono continuare ad ingrassarsi alle spalle dei gonzi. E allora forse è meglio continuare a prendere risperdal e sognare la notte, anche a patto di perdere questa nuova stupida guerra, che, vorrebbe almeno, salvare i soliti furbi.

giovedì 12 luglio 2012

mio negozio ebay


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Ecco il link al mio negozio, dateci un'occhiata e ditemi vostre impressioni in commento al post, magari.