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lunedì 15 agosto 2011

centralità della eucaristia

Gv. 6,53: "In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete la vita in voi".
Questo passo sta a dire che la crasi ematica di ciascuno di noi è infetta. La peste è infatti simbolo del peccato; oggi la pesta come contagio epidemico è stata debellata, ma non la peste del peccato che devasta quotidianamente la società di ogni tempo. La ubiquità del peccato significa quindi che nessun singolo o famiglia può conseguire una reale asetticità dal contagio che la bella ed efficace invocazione a San Giuseppe qualifica come "la peste di errori e di vizi che ammorbano il mondo". Ovviamente ciò non significa che dobbiamo fuggire il mondo, ma dobbiamo amare l'uomo fino ad "appestarci" anche noi se necessario, come hanno fatto la maggior parte dei santi e come ha fatto ad esempio San Domenico che è morto di dissenteria, il consieguo della peste, che in termini spirituali è l'eresia (la scienza umana non è che una copia della scienza divina) e quindi in piena solidarietà con gli eretici, cosa non sempre capita dai suoi figli, io per primo. Però ciascun medico, sacerdote o saggio che si appresta a curare i mali del mondo deve aver pronto un rimedio; il viaggio attraverso il mondo non è una gita di avventura, dove ci si va a divertire. Ed il pharmacon cristiano, a dire il vero il pharmacon per eccellenza, è l'Eucaristia. Infatti la medicina per eccellenza nella storia di questa disciplina è stata sempre la medicina interna e come raggiungere meglio il nostro interno se non mediante il potere trasformante della Eucaristia. Lo dico soprattutto per la gente del mondo, la gente comune, che deve lavorare e si disperde in attività esteriori. Il sacerdote e chi si può isolare convenientemente dal mondo, mediante studio e una attività intellettuale intensa può dotarsi di una qualche scienza che lo aiuta a risanarsi (non credo completamente se non anche mediante la preghiera ed i sacramenti tra cui l'eucaristia), ma chi si disperde nelle attività esteriori come può pensare di riacquistare la salute se non avvicinandosi al sacramento della eucaristia? Fratelli, non è solo fede, è costatazione obiettiva dei fatti. Quindi, cari fratelli, avvicinatevi a Dio e Dio si avvicinerà a Voi (Lettera di Gc. 4,8).

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