Oggi la Chiesa ricorda il grande profeta Sant'Eliseo. Di origine contadina fu scelto da Dio per una difficile missione, quella di continuare l'opera del grande profeta Elia, divenendo la figura dominante del IX sec. a.C.. Indicato da Elia come suo successore, saluta la famiglia improvvisando un banchetto con la sua gente. Il passaggio del testimone avviene con un gesto altamente simbolico: Elia gli getta addosso il proprio mantello. Con questo, dopo che Elia sparisce su un carro di fuoco, ricomparendo solo all'epoca di Gesù nell'episodio del monte Tabor, separa le acque del Giordano passando a piede asciutto. Numerosi sono comunque i prodigi che compie: a Gerico, ad esempio, rende potabile l'acqua della fontana spargendovi sale. Qualche episodio lascia un pò perplessi: mentre è incamminato verso Betel alcuni ragazzi gli gridano sulla strada "Vieni su, testa pelata!" e Lui li maledice facendo uscire dalla foresta due orsi che ne sbranano una quarantina. Comunque secondo il biblista Bruno Maggioni questo sarebbe un racconto atto ad instillare nei ragazzi il rispetto verso l'uomo di Dio. Poi moltiplica l'olio della vedova di Sarepta, quindi a Galgala purifica una minestra avvelenata; moltiplica dei pani d'orzo per sfamare un centinaio di discepoli; fa avere un figlio alla Sunnamita eppoi lo risuscita, dopo che era morto; guarisce dalla lebbra Naaman il siro, episodio ricordato anche nel Vangelo. In vita Eliseo aveva preso parte anche agli avvenimenti politici del suo paese, esercitando un influsso importante, sempre valendosi del suo potere dei miracoli; ed allora aveva salvato dalla sete gli eserciti di Israele; svela al re i luoghi delle imboscate nemiche, mentre durante l'assedio di Samaria predice la fine della carestia e la vittoria che puntualmente avverrà. Infine per mezzo di un suo discepolo fa ungere segretamente Iehu come re d'Israele, con l'incarico di sterminare Acab, l'empio sovrano contro cui aveva lottato Elia.
Anche da morto fa prodigi: risuscita un defunto che era stato adagiato sul suo sepolcro.
In Occidente, la sua festa liturgica (14 giugno, appunto) venne propagata dai carmelitani che lo considerano il loro secondo fondatore.
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