Non è un caso che la Tradizione additi al rosario il pregio di distruggere tutte le eresie, vale a dire ogni falso ragionamento dell'intelletto, in quanto la sua struttura è modellata sulla partogenesi e la struttura, dell'intero testo biblico.
sabato 2 ottobre 2010
Due parole sulla "deuterosi"
Questa parola introdotta da Beauchamp designa lo schema della ripetizione che attraversa tutta la scrittura ebraica, cioè la Bibbia. In pratica le 3 parti della Bibbia, legge, profeti, scritti sapienziali non sono altro che una riscrittura e quindi una ripetizione di un significato che assume diverse declinazioni, rimandando al suo archetipo nella legge, spostandosi sulla decisione nel presente per i profeti e presentandosi nella categoria dell'Eterno nella riflessione dei saggi, cioè negli scritti sapienziali. Ora il teologo Benzi ha visto una profonda affinità di questo schema letterario, ed anche veicolo di senso centrale nella Bibbia, con la preghiera del rosario, in quanto anche in questa preghiera la ripetizione svolge naturalmente un ruolo fondamentale. Questo schema letterario così denso di significato trova il suo discendente nel parallelismo, che altro non è se non una ripetizione più o meno elaborata che ben si attaglia alla povertà del lessico ed al fatto che il significato spesso scaturisce dalle posizioni verbali, tipico della lingua ebraica. Questa ripetizione dà luogo ad una dinamica intertestuale in cui i testi biblici si ricollegano l'uno all'altro, in modo che ciò che viene narrato sia stato già visto e sentito, come bene si trova espresso, ad esempio nella Bibbia di Gerusalemme. Se la parola viene ripetuta essa vuol dire che in un certo momento essa non è stata attuata ed allora la ripetizione è un atto di fede nella parola di Dio che vince la nostra sordità e segna così una direzione di cammino e di progresso. Così anche il racconto è una coordinazione ritmica di figure successive, proprio come nello schema del rosario. Beauchamp dice che che nella Bibbia c'è una circolarità dinamica "meglio ancora essa è un cerchio partoriente: è andato fino in fondo all'antico per espellere il nuovo". E per questo, conclude Benzi, "possiamo costatare che la formula ripetitiva e circolare della preghiera del rosario trovi un fondamento nella struttura profonda del testo biblico".
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